I grandi obiettivi sono fatti di piccole abitudini

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    È un classico: si fanno buoni propositi, spesso impegnandosi a raggiungere obiettivi importanti. E dopo qualche mese vengono dimenticati.

    Gennaio è passato da un pezzo, ma ad ogni inizio anno si fanno molti buoni propositi spesso legati ad obiettivi importanti che, arrivati, a Marzo sono già sfumati dalla nostra mente. L’Harvard Business Review ci dice che raggiungere grandi obiettivi non è un’idea molto buona, anzi per arrivare a grandi risultati è più saggio cominciare da piccole abitudini. La domanda, però, è: che cos’è una buona abitudine e qual è il suo funzionamento?

    Un’abitudine è un comportamento o un processo di pensiero, che ripetuto molte volte nel corso del tempo, è diventato automatico e che in un medesimo contesto ripetiamo con facilità senza deciderlo consapevolmente. Praticamente il 45% delle attività quotidiane è abituale. Le abitudini sono abilità consolidate, sono caratterizzate dalla stabilità perché si formano e si cancellano lentamente. Sono caratterizzate da 3 elementi: la condizione contestuale in cui attiviamo il “pilota automatico”, il comportamento specifico che usiamo in quella condizione e il vantaggio o gratificazione che ci porta attivare quel comportamento. E’ necessario tener in considerazione questi 3 elementi quando si vuole modificare una vecchia abitudine o eliminarne una dannosa. Un abitudine è dannosa quando si trasforma in un automatismo a cui non riusciamo a sfuggire. Emblematico è il caso della fissità funzionale: essendo abituati ad usare un oggetto in una certa maniera non riusciamo ad immaginare di impiegarlo in altro modo.

    Per l’Harvard Business Review coltivare le abitudini comporta un vantaggio che concerne il modificare o migliorare i comportamenti e riguarda il fatto che spesso non si riesce a cambiare un comportamento perché si pretende di farlo troppo in fretta e in modo radicale. Questo perché i grandi obiettivi richiedono grandi sforzi, coerenza e una dedizione totale. Perciò è più saggio iniziare dalle microabitudini cioè piccole cose semplici da fare che sono parti di un obiettivo più importante. Tuttavia non si tratta di una passeggiata perché cambiare comportamenti radicati non è semplice, però è più agevole che rivoluzionare tutto in uno schiocco di dita.

    Per cambiare queste microabitudini si possono usare questi 5 passaggi:
    1) Identificare un compito minimo tale da richiedere uno sforzo minimo in un tempo molto limitato (ad esempio leggere un solo paragrafo ogni sera o fare un singolo piegamento ogni mattina);
    2) inserire quel compito in una routine consolidata (ad esempio leggi il paragrafo appena sotto le coperte o mentre ti lavi i denti);
    3) tenere conto di tutte le volte che si completa quel compito, ad esempio con una spunta su un foglio di carta;
    4) non affrettarsi nell’intensificare lo sforzo, ma accrescerlo lentamente aggiungendo qualcosina ogni 2 settimane se ci si annoia;
    5) coinvolgere una o più persone amiche nella sfida di modificare le microabitudini;

    Questo non vuol dire che non vale la pena fissare obiettivi. Questi ultimi aiutano a capire la direzione giusta in cui indirizzarsi, ma sono le abitudini che aiutano davvero a raggiungerli.

    Fonte: internazionale.it
     
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